mercoledì 25 febbraio 2009

Un'altra talpa tra gli avvocati

"Duchesne è un nome finto che racconta di un altro nome finto.
Andrea Campi, trent’anni, avvocato d’affari in un grande studio milanese.
Duchesne nella realtà è l’alter ego di Andrea Campi.
Il suo blog "Studio Illegale" racconta i retroscena delle vite di quelli che la gente normale è solita considerare una categoria di semidei.
Fusioni e acquisizioni, multinazionali, contratti e clausole che spostano ricchezze e decidono potere e destino. Non è proprio così. I personaggi di cui parla Duchesne nel suo blog ora diventato un romanzo sono una banda di cinici come vuole lo stereotipo, ma sostanzialmente alienati, con una visione del mondo da criceti, ridotti a ectoplasmi che poco hanno oltre alla vita d’ufficio. Ufficio, non lavoro.
E non sarebbe neanche tanto interessante se non fosse che Duchesne, se proprio non si dovesse più divertire a fare quello che fa nella vita, ha un futuro da scrittore e un talento per la commedia.
Si ride perché riconosciamo in quei professionisti le solite due cose attirano la nostra attenzione: le miserie dell’ignoranza abissale al potere e la potenza anarchica che chiunque di noi conserva in qualsiasi posto alienante, alienato, strutturato, folle, burocratico."

lunedì 23 febbraio 2009

Empregada Laurentina!


Maputo, 23 fevereiro 2009

Bom dia!
Mi presento, sono l’empregada Laurentina…32 anni…attualmente disoccupata ed in cerca di impiego…vivo a Maputo nella Baixa, adoro la mia omonima cerveja (mmm.. stesso nome… un segno del destino? Sono forse alcolizzata?) e cerco di sbarcare il lunario facendo la donna delle pulizie negli appartamenti dei mulungu, i benestanti bianchi…
Si, lo so sono un po’ barbuta (ma si sa che e’proprio questo che mi rende affascinante…).
Che altro dire di me…beh sebbene sia nata a Carignano ed attualmente viva in Mozambico mi sono sentita lusingata venerdí notte quando, alla festa di Carnevale organizzata dai carioca che vivono in Maputo, vengo scambiata per brasiliana per la mia voglia di fare festa, di sambare e soprattutto di bere caipirinha!!!( …non penso proprio per le mie chiappe sode!)
Sono ancora piu’orgogliosa di me stessa dal momento che, alla suddetta festa di carnevale, organizzata in un locale praticamente nella stazione ferroviaria di Maputo, mi viene assegnato uno dei premio della serata come “Fantasia da noite”!!
Intendiamoci non che fossi esattamente la fantasia erotica dei presenti… ma la mia autoironia e’stata ben accolta dalla giuria… a differenza dei mozambicani che non brillano per uno spiccato senso dello humor ( cazzo, vorrei vedere voi tra la fame, guerre civili, epidemie … non penso avreste tanto da ridere!!)
Ironia della sorte… il premio era proprio una borsetta termica della birra Laurentina con al suo interno un bicchiere da pinta sempre del medesimo birrificio nazional-mozambicano….praticamente un’istigazione al consumo irresponsabile di alcool !!
A questo punto, tra i brasiliani che mi scambiano per loro concittadina, la mia presenza fisica in Mozambico ed il mio spirito costantemente rivolto al carnevale di Carignano, mi assale una tremenda confusione…quasi come la canzone dei Ricchi & Poveri “Che confusioneeeeee, sará perché ti amooo..”.
Poi black out, il vuoto.
Riapro gli occhi e mi ritrovo al lunedí mattina, disoccupata, con un principio di cirrosi epatica…un lunedi sospeso a meta’… che forse il buon Tolkien avrebbe definito una “terra di mezzo”…tra l’appena trascorso weekend di Carnevale e l’imminente martedí grasso…uno di quei giorni un cui non sai se seguire il suggerimento di quella leggenda metropolitana secondo la quale la miglior maniera per far passare una sbronza e’ quella di riprendere immediatamente a bere, oppure rivolgerti preoccupato al tuo medico curante per la spossatezza e i persistenti vuoti di memoria…Inaspettatamente pero’ mi viene in mente la bossa nova di Jobim, deus ex machina che rivela in due parole il mistero del carnevale:“ A felicidade do pobre parece a grande ilusão do carnaval, A gente trabalha o ano inteiro, Por um momento de sonho, prá fazer a fantasia, De rei ou de pirata ou jardineira. E tudo se acabar na quarta-feira
(traduz: la felicita’ del povero sembra la grande illusione del carnevale, la gente ci lavora su’per un anno intero, per un momento di sogno, con un costume da re, da pirata o da giardiniera. E tutto poi finisce il mercoledì.)
Mi auguro che il premio che ho vinto sia di buon auspicio per i miei fratelli d’Italia…carnevalanti di quel fazzoletto di terra chiamato Carignano, fatto in questi giorni di mattoncini colorati, di panda, di fantastici 4, di pac-man e di cul-in-aria…, dove per una volta invece della LEGA (e delle loro insulse ronde) si possa parlare della vittoria dei LEGO ( e dei loro convulsi rondo’)
Comunque vada sara’un successo…viva il Carnevale, viva!

Ps: ricordo che sono desempregada (disoccupata) quindi se qualcuno avesse bisogno di una donna delle pulizie puó chiamarmi al numero +258.829074873 (ore serali)

Beijinhossss

Vossa Senhora Empregada Laurentina

martedì 17 febbraio 2009

Diego, l'Ego e i LEGO


Maputo, 15 Febbraio 2009 ore 23.56

Consiglierei di leggere questo nuovo post ascoltando “ Smokers’ delights” di Nightmare on Wax.
Un album che adoro…mi ricorda momenti indimenticabili…e che anche in questo momento mi accompagna con le sue ritmiche resinose nel trekking che sto intraprendendo tra i miei pensieri…nomadismo mentale…ispirato anche dal ritmo disteso della notte africana, quando quella cappa di calore che a volte di giorno è insopportabile si solleva e diventa più agevole viaggiare con pensieri freschi tra le strade deserte della città.
Frammenti di idee, elementi complementari che si assemblano per dare vita a qualcosa di organico…un po’ come i LEGO…quei piccoli parallelepipedi colorati con i quali probabilmente molti di voi avranno giocato durante la loro infanzia...e si rtrovano a giocare in questi giorni.
Nel 1934 il Sig. Christiansen coniò per i suoi giocattoli il nome LEGO, prendendo ispirazione dalla locuzione danese leg godt (trad: gioca bene). Il termine in latino puo’essere tradotto come "metto insieme" o "assemblo", ma si tratta di una traduzione piuttosto libera di un verbo che normalmente è tradotto con "scelgo".
Consiglierei di leggere questo nuovo post soprattutto a coloro che non riescono a vivere senza il carnevale, festa che è cominciata proprio oggi e che molte persone considerano per bambini, idea che il sottoscritto non condivide. E’ piuttosto un modo per riappropriarsi della città, colorarla con coriandoli che portano allegria, magia psichedelica, un modo per spogliarsi della maschera che si indossa durante il resto dell’anno e interpretare ruoli inediti, altri universi possibili contenuti dentro di noi…come la muta del serpente…
Ne sanno qualcosa i brasiliani che ho incontrato nel fine settimana qui in Maputo…potevo vedere la saudade nei loro occhi per non poter prendere parte alla festa che prediligono…Ci si è ritrovati in Rua d’Argelia, proprio a fianco al Nucleo d’Arte (dove poche ore fa ho suonato con Zè Maria in una session fantastica) in un appartamento per bere qualcosa insieme a una comitiva di portoghesi e brasiliani…ad un certo punto, quando il livello di empatia tra i presenti era buono, qualcuno inizia a suonare la chitarra…un sambinho…e subito è dilagato quel feeling che in questi giorni impazza per Barra-Ondina e all’Avenida di Salvador de Bahia…percussionisti con improvvisati strumenti quali lattine, bottiglie, padelle, bacinelle…tutti a ritmo, come elementi del LEGO che si assemblano e si incastrano, poi la voce intona un verso di una canzone di Dorival Caymmi, grande compositore bahiano: “Quem não gosta de samba, Bom sujeito não è, É ruim da cabeça, Ou doente do pé”.
(Traduz.: Se non ti piace la samba, Non sei una persona in gamba, O sei pazzo, O sei zoppo)
Quindi qualcuno inizia a ballare la samba…come posseduto dalla musica…che contagia tutti i presenti…portando un respiro di carnevale anche in Maputo, città che (ahime’!) non festeggia il carnevale.
Nomadismo mentale, appunto, che mi teletrasporta alla sfilata di carnevale che si e’tenuta poche ora fa in Carignano…la mia presenza fisica non era percepibile, nonostante fossi vestito da uomo invisibile dei Fantastici 4, ma un paio di miei neuroni svolazzavano allegramente per mio paese natale dove il Carnevale è molto sentito. Possono confermare quanto il carnevale sia intenso a Carignano i Robbies che in passato hanno preso parte al carnevale carignanese e che come me quest’anno non vi partecipano, trovandosi anche loro nell’emisfero australe a rotolare verso sud…anche il loro viaggio è un po’ come i LEGO…tantissimi mattoncini di esperienze indimenticabili stanno colorando la loro vita…boa viagem!
L’ego, che citando Osho “costantemente si sforza per andare controcorrente”, durante il carnevale si sbizzarrisce e si traveste in sfoggio di creatività, rilasciando serotonina in processi chimici neuronali che sviluppano una nuova consapevolezza…permettendo al nostro ego di essere per qualche giorno il padrone di casa sua, contrariamente a quanto sostenuto da Freud.
Dopotutto questo disquisire sull’ego vi all-ego una foto di Di-ego con un Lego: trattasi della prima foto che ho scattato alla mia partenza per il Mozambico dall’aeroporto di Malpensa insieme a Mr.Harry Potter…
Naturalmente tutto il nostro supporto (mio e di Harry Potter) va al carro allegorico LEGO del Borgo Torre! (Noi siamooooooo la torreeeeee!!!)
Aspetto comments da censurare sulla sfilata…
Abraços
Dr.Gonzo

mercoledì 11 febbraio 2009

curandeiros!


Maputo 11.02.2009

Il sabato sera appena trascorso e’ stato molto tranquillo… ho passato buona parte della serata nel giardino di un locale con musica dal vivo…bevendo amabilmente birra Laurentina…al tavolo con me si trovavano alcuni italiani, un francese ed un brasiliano… (azz sembra l’inizio di una barzelletta!).
Preciso che non sono backpacker viaggiatori o nomadi vagabondi, ma persone che da tempo si trovano in Mozambico per lavoro.
Ad un certo punto ci si e’ritrovati a discutere dei curandeiros.
Sebbene nessuno dei presenti si fosse mai recato personalmente da un curandeiro, ognuno aveva un’idea ben chiara su questi misteriosi personaggi. Trattasi di guaritori tradizionali ai quali la maggior parte dei mozambicani si rivolge in quanto la medicina tradizionale è spesso praticata in Mozambico come unico rimedio alle malattie, ed a volte si affianca alle terapie mediche occidentali. Addirittura nelle zone più remote e rurali il curandeiro è l’unico in grado di fornire assistenza sanitaria!
Pertanto sono figure molto ricercate e tenute in grande considerazione. Addirittura è stata istituita un’associazione nazionale dei curandeiros con sede in ogni capoluogo di provincia, anche se comunque molti guaritori sono privi di licenza.
La pratica della medicina tradizionale è strettamente collegata alle religioni tribali e la figura del curandeiros spesso si confonde con quella dei profetas (indovini) e dei feticieiros (stregoni di magia nera).

In Africa le arti divinatorie e la magia nera sono molto rispettate e la popolazione e’ molto superstiziosa.
Spesso nei mercati, ed in particolare in quello enorme e caotico del quartiere di xipamanine, vi è un reparto esclusivamente dedicato alla medicina tradizionale in cui si possono comprare zampe di uccello, foglie, piante secche e pelli di animali ( mi è stato detto che a volte si vedono anche teste di scimmie!). Questi personaggi pare indossino un sacchetto con delle ossa animali che hanno la funzione di favorire la comunicazione con gli antenati.
Improvvisamente, come un fulmine a ciel sereno, il nostro amico brasiliano ci chiede delucidazioni in merito alle ultime decisioni del parlamento italiano riguardo al cosiddetto “pacchetto sicurezza”, in particolare circa la nuova norma sulla possibilita’ per i medici italiani di denunciare i propri assistiti qualora si trovino nella condizione di immigrati clandestini.
Io tutto subito non so neanche cosa rispondere, quasi vergognandomi di essere italiano…e quindi intraprendo un fantaviaggionellItaliadellemeraviglie…sebbene mi trovi a migliaia di km di distanza…ai miei occhi appaiono le poco auspicabili futuristiche conseguenze di scelte politiche di oggi…
Improbabili curandeiros clandestini che in Porta Palazzo prestano assistenza medico sanitaria a extracomunitari illegali…cliniche improvvisate dove donne incinta possano in precarie condizioni igienico sanitarie dar luce ai loro figli, nati con il peccato originale della clandestinita’, immagino un futuro orwelliano con medici-delatori del regime anziche’ fedeli al giuramento di Ippocrate…poi come un flash capisco che, a prescindere da cio’ che concretamente avvera’ nel bel paese nel futuro prossimo, nella comunita’degli extracomunitari clandestini si e’ gia diffuso il tam-tam che i media hanno voluto far passare…l’invito a rinunciare ad un diritto umano fondamentale quale il diritto alla salute come prezzo da pagare per garantire una stentata permanenza sul territorio italiano…e nuovamente seguo il bianconiglio nella tana …e il pensiero raggiunge profondita’ scomode…
Osservo da lontano un paese in cui ci si e’ preoccupati mediante crudeli accanimenti terapeutici di preservare fino all’ultimo respiro (artificiale) la vita di una persona che da troppi anni si trovava in stato vegetativo, un paese in cui il governo, fottendosene delle decisioni dell’autorita’giudiziaria suprema, ha tentato in extremis di legiferare con i suoi tanto amati provvedimenti d’ urgenza (leggasi Decreto Legge…per una vicenda che si trascina da 17 anni??) e con l’avallo dalla potentissima lobby vaticana …
Trattasi dello stesso paese in cui non ci si preoccupa invece di garantire a persone vive e vegete il fondamentale diritto alla salute sancito dalla stessa Costituzione nonche’ dal codice medico deontologico, come recita l’art. 3: “Dovere del medico è la tutela della vita, della salute fisica e psichica dell'Uomo e il sollievo dalla sofferenza nel rispetto della libertà e della dignità della persona umana, senza discriminazioni di età, di sesso, di razza, di religione, di nazionalità, di condizione sociale, di ideologia, in tempo di pace come in tempo di guerra, quali che siano le condizioni istituzionali o sociali nelle quali opera.”
Mi catapulto con un flashback al mio passato da avvocato per caso del Bel paese…e immagino quanti clienti mi sarebbero rimasti se, paradossalmente, un altro diritto costituzionale quale il diritto alla difesa, dovesse venire negato agli immigrati extracomunitari…sorriso amaro…sarei probabilmente rimasto disoccupato, o quasi!! Mi viene quasi la tentazione di scrivere una letterina al ministro Maroni…in cui suggerisco di estendere anche agli avvocati italiani la possibilita’di denunciare i propri assistiti qualora siano clandestini…ma forse i miei colleghi che pascolano nel crimine non sarebbero molto felici…
Tra l’altro, per ironia della sorte, in questo momento mi ritrovo anche io nella condizione di immigrato clandestino da qualche giorno, in quanto il mio visto e’attualmente scaduto e dovrei uscire e rientrare dal Mozambico per attivare il nuovo visto!!
… il mondo non ha confini…siamo tutti clandestini…Manu Chao docet…
Qulacuno si chiedera’ perche’ vi annoio con argomenti tanto pesanti invece di scrivervi un tema da prima elementare in cui descrivo con allegria e spensieratezza cio’che vedo dalla mia finestra su Maputo…tra l’altro riuscirei quasi certamente a suscitare una buona dose di invidia…visto il cielo blu, l’oceano indiano, i 30 gradi costanti e la brezza marina che sfiora le palme dell’avenida marginal…
Verranno momenti per scrivervi nuovamente di mie stupefacenti scorribande per i mari del Sud… ma nel nuovo millennio la mia finestra sul mondo e’anche Internet e quindi descrivo quello che vedo da questa prospettiva…
Avv. Gonzo


PS: Se esiste un Paradiso, Eluana Englaro ora sicuramente ci abita.

martedì 10 febbraio 2009

rompiamo il silenzio...

Il cammino della democrazia non è un cammino facile. Per questo bisogna essere continuamente vigilanti, non rassegnarsi al peggio, ma neppure abbandonarsi ad una tranquilla fiducia nelle sorti fatalmente progressive dell’umanità… La differenza tra la mia generazione e quella dei nostri padri è che loro erano democratici ottimisti. Noi siamo, dobbiamo essere, democratici sempre in allarme”.
Norberto Bobbio

venerdì 6 febbraio 2009

halakavuma


Maputo, 3 Febbraio 2009

Scrivo mentre su Maputo sta impazzando una tempesta tropicale…non ho mai assistito a nulla di simile…il cielo illuminato a giorno per una frazione di secondo da un lampo, poi subito segue un altro fulmine, ed un altro ancora.. come se fossero mille flash di macchine fotografiche che scattano ininterrottamente durante l’insediamento del primo presidente nero della storia degli Stati Uniti…
Incredibile la potenza della natura qui in Africa! Le strade sono ormai diventate dei fiumi in piena e moltissime persone camminano tranquillamente per la strada, quasi come se niente stesse succedendo…qualcuno ha in mano un ramo di Kwangula Tilo…secondo la tradizione nel Sud del Mozambico, le tempeste possono far scoppiare il petto di chi non tiene in mano un ramo di questa , pianta rampicante…
Inoltre, in occasione degli acquazzoni, si dice che scenda dai cieli l’ halakavuma, mammifero con le squame che abita tra i defunti e che cade in terra per consegnare novità al mondo, le provenienze dell’avvenire…
Come se non bastasse oggi si celebra la festa nazionale degli eroi mozambicani, quest’anno dedicata e Edurado Chivambu Mondlane, primo presidente della FRELIMO ( Frente de Liberçao de Moçambique, movimento impegnato nella lotta per l’indipendenza dal colonialismo portoghese ed attuale partito politico al potere), un mozambicano che ha lavorato per diversi anni per le Nazioni Unite assassinato proprio 40 anni fa con una busta esplosiva…
Immagino come si debba stare in questo momento nelle sovraffollate baracche di lamiera delle periferie...vorrei riuscire a teletrasportaci quei 3 poveri vigliacchi ignoranti ( per non scrivere coglioni… oh cazzo, l’ho scritto!) che hanno ridotto in fin di vita e probabilmente ucciso l’immigrato extracomunitario indiano tristemente saltato alla ribalta delle cronache del bel paese…dove mi sembra di capire impazza una preoccupante ondata di razzismo, intolleranza e violenza…vorrei essere nominato difensore d’ufficio di questi assassini…invitarli qui a Maputo per decidere la strategia difensiva (?), e poi mollarli nel barrio più malfamato, tra neri, induisti mussulmani e cinesi che loro definirebbero negri, talebani e musi gialli...mentre impazza questa tempesta… vederli tremanti come delle foglie di Kwangula Tilo, mentre sta per scoppiare loro il petto per la paura…
Temporali come questo lavano letteralmente la città, a volte quasi la purificano, portando via con sé i rifiuti accumulati a bordo strada; altre volte scatenano problemi gravissimi, mandando irrimediabilmente in tilt il precario sistema fognario cittadino. L’ halakavuma non mi si è ancora rivelato e quindi non conosco quali saranno gli esiti di questa tempesta tropicale, né cosa mi si prospetta qui in Mozambico nei mesi a venire.
Intanto guardando il calendario mi rendo conto che è passato un mese da quando ho messo piede in questo paese…ed ho fatto mie alcune osservazioni scritte da Mia Couto…qui in città ho osservato l’avidità degli arricchiti a cui tutto è permesso, tutti gli opportunismi, tutte le slealtà. Tutto sembra convertito in fieno, materia da mangiare, ruminare e digerire in pance che si riempiono. E tutto questo accanto a penose miserie. Le organizzazioni internazionali danno denaro per appoggiare l’assistenza sociale. Ma questo denaro non arriva mai a chi ha realmente bisogno. Tutti si sono convertiti in capretti. E, come si sa, il capretto mangia dove è legato… chissà cosa penserebbe oggi il rivoluzionario Mondane del suo paese…
Mi viene in mente quel brano di Bob Marley del 1974, dove dice “ Them belly full, but we hungry/ A hungry mob is an angry mob. A rain is fall, but the dirt is tough/ A pot cook, but the food no nough”.
(traduz: loro con le pance piene, noi affamati/ ed una folla affamata e’ una folla arrabbiata. Piove, ma lo sporco e’resistente/ la pentola cuoce, ma il cibo non basta…).
Ho compreso che qui in Africa la musica rappresenta un vettore popolare di speranze collettive, sofferenze e contraddizioni. Parole bianche come sudari, rosse come vittime insanguinate, nere come la pelle, verdi come foreste.
A volte un ritornello vale più di tanti discorsi visto che quelle semplici parole illustrano limpidamente la coscienza civile: la vecchietta della strada non compra il giornale, semmai ci avvolge rissois e chamussas ( pastelle fritte ripiene di gamberi o carne). La canzone invece arriva dappertutto. La mulher la ascolta anche pestando la manioca per preparare la xima.
In questi giorni ho potuto assistere a diversi eventi musicali. Il festival di musica marrabenta, praticamente considerata musica nazionale e caratterizzata da uno stile vivace e leggero che si ispira alla tradizionale majika tipica delle zone rurali della provincia di Gaza, accompagnata da una danza dallo stesso nome. Durante il festival si sono esibiti diversi artisti ognuno con proprie peculiarità ma tutti caratterizzati dalla passione comune per questo genere musicale coinvolgente.
Ho anche assistito ad un concerto di Chico Antonio, celebre musicista mozambicano che si è esibito accompagnato da un incredibile suonatore di timbila ( una specie di xilofono di legno con zucche come casse di risonanza) e da un talentuoso chitarrista del Madagascar. La performance rientrava in un progetto di interscambio culturale tra Mozambico e Madagascar denominato “EncontrArte”.
Infine, proprio due giorni fa, sono stato invitato dallo stesso Chico Antonio a suonare al Nucleo d’Arte, locale alternativo di Maputo sempre affollato di artistoidi. E’ stata una jam session intensa, afro, jazz, funk… nella quale ho avuto il piacere di suonare con una sezione ritmica completamente composta da black…con i ritmi ipnotici di basso e percussioni su cui il mio sax alto, il flauto traverso di Chico e il sax soprano di Ze’ Maria intraprendevano voli pindarici…chiaramente sostenuti da whisky e cerveja a fiumi!
Con il placarsi del temporale mi sembra di sentire l’halakavuma sussurrarmi qualcosa nell’orecchio.. mi parla in changana, il dialetto locale,e non riesco ancora a intendere perfettamente ciò che mi dice…ma ne intuisco il senso… parla di un avvocato per caso, difensore di criminali la cui unica arma è la musica…che ti colpisce dritto al cuore.
Avv. Gonzo

lunedì 2 febbraio 2009

Pensiero del lunedi' mattina...

"Il crimine e' l'erba dove pascolano i miei colleghi. Tu sai come si fa con l'erba: bisogna tagliarla sempre non perche'finisca, ma perche'cresca con ancora piu'forza." -Mia Couto-