giovedì 28 maggio 2009

Kanimambo Maputo!

Maputo, 28 Maggio 2009

Il Vostro affezionatissimo Avv. Gonzo vi scrive dall’ufficio UNICRI di Maputo, ormai quasi completamente smantellato.
Domani sara’l’ultimo giorno di lavoro in questo progetto di rinforzo alla giustizia minorile in Mozambico. E’stata un’esperienza unica, intensa e indimenticabile ma, come tutte le cose, destinata ad esaurirsi.
Inutile cercare di raccontare in poche righe 5 mesi di lavoro, sembrerei riduttivo o potrei risultare prolisso, quindi lascio girovagare libere per la mia testa le esperienze maturate, sperando di poterle condividere con voi davanti a un buon bicchiere di vino…
Complessivamente mi sembra sia passato un sacco di tempo dalla mia partenza ma, guardando indietro, i singoli frammenti di questo pezzo di vita si sono susseguiti piu’ rapidamente di quanto immaginassi.
Peraltro era da parecchio che non scrivevo sul questo blog un post che mi riguardasse in prima persona…ma ora e’di nuovo il momento di farlo…da qualche giorno qui a Maputo e’arrivata anche Cristina…mi media laranja, con la quale trascorrero’ le prossime 3 settimane di “meritata” vacanza…3 settimane all’esplorazione del Mozambico ( che purtroppo finora ho avuto modo di conoscere solo sommariamente) tra atolli tropicali, eredita’coloniali portoghesi, immersioni tra squali balena e mante giganti, trasporti improvvisati e safari fotografici alla ricerca di leoni, elefanti, zebre e giraffe…contrattempi ed avvenutre tragicomiche…il programma mi riempie di adrenalina… e sicuramente offrira’ l’opportunita’di conoscere un volto diverso del paese e del suo popolo…sicuramente piu’autentico e rurale…
Saluto Maputo come un vecchio amico che mi ha saputo regalare momenti fantastici, che mi ha fatto conoscere nuove realta’musicali e mi ha permesso di parteciparvi attivamente, saluto il Gil Vicente, Il Nucleo de Arte, Rua de Arte, il prego no pão, il piri piri, il frango, Catembe, la Laurentina, il 33 andares, i pasteis de nata, i sorrisi delle persone che incontro per strada, i frangipani, e molto altro ancora che in questo momento mi sfugge ma che custodisco dentro di me, … saluto Maputo con un bagaglio di amicizie nuove, che spero di incontrare durante le prossime stazioni di questo viaggio… che non ha binari, ne’ fermate ben definite, ma procede senza sosta…
Kanimambo Maputo!
Avv. Gonzo

martedì 26 maggio 2009

CHIANGO !!!



The United Nations and the Government of Mozambique
protecting children’s’ rights


Inauguration of the Observation and Juvenile Rehabilitation Centres of Chiango

Maputo - Friday, May 15 at 10.30 am, nr. 4 urban district, District Albasine


The United Nations Interregional Crime and Justice Research Institute (UNICRI), after a long process of rehabilitating the structures, has opened the first Observation Centre and Juvenile Rehabilitation Center in Maputo - Mozambique - on 15th May, 2009.
The opening of the Observation and Juvenile Rehabilitation Centers is a result of the programme Strengthening of Juvenile Justice in Mozambique, funded by the Italian Government and carried out from UNICRI. The implementation of the programme and its results have been possible thanks to the agreement signed by UNICRI, executing agency, the Ministry of Justice of Mozambique, partner and beneficiary country, and the Italian Ministry of Foreign Affairs, donor of the programme. The programme began in 2005 with the aim of improving the lives of young Mozambicans - in particular of minors at risk or in conflict with the law. The opening ceremony of the Observation and Juvenile Rehabilitation Centers have been attended by many authorities: Her Excellency the Minister of Justice of Mozambique Ms. Benvinda Levi; His Excellency the Ambassador of Italy Mr. Carlo Lo Cascio; Mr. Ndolamb Ngokwey, UN Resident Coordinator in Mozambique; Ms. Andrea Rachele Fiore, UNICRI programme coordinator, authorities of the city of Maputo, judges and magistrates of the Court of Minors, most of the Ambassadors in Mozambique, officials of UN agencies operating in Mozambique, NGOs, among others.
The first Observation and Juvenile Rehabilitation Centers will allow children under the age of 16 who commit offences (as established by the new legislative package approved on July 2008) to be followed by social operators, teachers and psychologists in a competent and professional environment. The aim of the establishment of these Centers is to rehabilitate minors through education, psychological guidance and vocational training to ensure their self-sustainability and a proper reintegration into society once completing the rehabilitation cycle. The Centres of Chiango will be able to accommodate 200 children of both sexes in infrastructures comprising of dormitories, classrooms, recreational areas, training laboratories (tailoring, handicrafts and shoes making), kitchen and a health centre.
The equipment of the centers of Chiango has been possible thanks to the support of the Italian Department of Juvenile Justice, which organized an international donation comprising of clothing for children, furniture and cars; and CMC which contributed to the value by sending the containers of the donation from Italy to Maputo as well as providing transportation in bringing the donation to Chiango. UNICRI also helped in the acquisition of the equipment and materials for an amount of U.S. $ 25.000.00 and donating the existing equipment in its office in Maputo with a total value of U.S. $ 100,000.00.
The opening of the first Observation and Juvenile Rehabilitation Centers for minors in conflict with the law is fundamental in order to achieve the principles formulated in the UN Convention on the Rights of the Child, such as the need for special safeguards and care, including appropriate legal protection for children, due to their physical and mental immaturity. Mozambique has initiated a process of compliance with international conventions, supporting competent authorities and promoting capacity building of institutions dealing with minors.
Within the new legislative package on the reform of the juvenile justice system, the judge of the Tribunal for Minors, before applying the most appropriate measures, might order a mandatory period of observation in the Observation Centre for the definition of the personality and temperament of the minor, investigate on the conditions of the family as well as the social environment where the minor lives. The observation period will then enable the judge to draw conclusions for the adoption of the most appropriate measure to apply for the minor. Among the measures of crime prevention, the confinement in the new Juvenile Rehabilitation Centre is the measure applicable only to those minors with serious socio-familiar deviation, violent behavior or for committing particular severe offences.
"The opening of the Observation and Juvenile Rehabilitation Centers of Chiango for minors in conflict with the law will allow the reintegration of the child avoiding that tomorrow the minor will be abandoned by the community. Minors are not criminals, they need care and education so that tomorrow will become responsible citizens" says Ms. Andrea Rachele Fiore, coordinator of the UNICRI programme.

Cheering to the Opening of the Observation and Juvenile Rehabilitation Centre; from left: Mr. Ndolamb Ngokwey, UN Resident Coordinator of Mozambique, H.E. Carlo Lo Cascio, Italian Ambassador in Mozambique, H.E. Benvinda Levi, Minister of Justice, Ms. Andrea Rachele Fiore, UNICRI Programme Coordinator.


While explaining the laboratories; from left: Ms. Andrea Rachele Fiore, UNICRI Programme Coordinator, H.E. Carlo Lo Cascio, Italian Ambassador in Mozambique, Mr. Ndolamb Ngokwey, UN Resident Coordinator of Mozambique, H.E. Benvinda Levi, Minister of Justice, Mr. Samo Gonçalves, Focal Point of the Ministry of Justice for the UNICRI Programme, Mr. Zenafrino Zandamela, Director of SNAPRI.

mercoledì 13 maggio 2009

...diritti dei migranti...

Diritti umani e sicurezza
di ANTONIO CASSESE

Alla base del respingimento in alto mare di centinaia di migranti clandestini vi è un grave scontro tra interessi nazionali e valori della comunità internazionale. L'immigrazione clandestina è certo un problema molto serio, soprattutto ora che essa aumenta a ritmi vertiginosi. Spesso i clandestini non hanno documenti, e quindi è difficile identificarne la nazionalità; tra essi si nascondono criminali; soprattutto, i flussi migratori, aumentando rapidamente, incidono seriamente sul nostro mercato del lavoro.
Tuttavia, respingendo centinaia di clandestini verso la Libia, si viola un principio essenziale della comunità internazionale, un principio di solidarietà consacrato nell'Articolo 33 della Convenzione sui rifugiati del 1951: che impone ad ogni Stato contraente di non espellere o respingere un rifugiato verso territori in cui "la sua vita e la sua libertà possono essere minacciate a causa della sua razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un particolare gruppo sociale o opinione politica". Dopo il 1951 questo principio si è esteso a tutti gli immigranti, anche a coloro che non hanno ancora lo status di rifugiato ma intendono acquisirlo o chiedere asilo politico. Anche se tra le centinaia di clandestini che il ministro Maroni ha fatto rinviare in Libia vi erano solo 30 o 40 perseguitati politici o cittadini di paesi profondamente autoritari, essi avevano diritto di ingresso in Italia, perché venisse accertato e riconosciuto il loro status.
L'azione italiana, facendo prevalere interessi di sicurezza ed economico-politici nazionali sull'obbligo internazionale di rispettare i diritti umani, si è posta in conflitto con quei diritti. Ma il problema è serio, e non ci si può limitare a criticare il Governo perché adotta misure di corto respiro e contrarie a valori internazionali. E' evidente che bisogna porre mano a soluzioni destinate nel lungo periodo a ridurre e controllare i flussi migratori, in armonia però con le norme internazionali che siamo tenuti a rispettare. Penso a due direttrici di azione.

Anzitutto, si potrebbe chiedere alla Libia di consentire a nostri funzionari di assistere le autorità libiche nell'identificare i migranti che abbiamo respinto e respingiamo verso la Libia. Insieme potrebbero accertare se tra essi si trovano persone che hanno diritto allo status di rifugiato (perché sono perseguitate, o temono di essere perseguitate, nei loro paesi di origine, per ragioni politiche, razziali, religiose, ecc.) o che hanno diritto all'asilo politico previsto dall'Articolo 10 della nostra Costituzione (che lo concede a chi non può godere in patria delle libertà democratiche che noi garantiamo in Italia). In tal modo si potrebbe salvaguardare l'interesse a non far entrare nel nostro territorio valanghe di clandestini, assicurando però il rispetto dei diritti di cui alcuni di essi devono godere.
Un'altra misura si avvarrebbe del concorso dell'Europa e si basa sul concetto che è bene che gli altri paesi dell'Unione europea facciano la loro parte (concetto su cui ha giustamente insistito Maroni qualche settimana fa). Esiste dal 2004, con sede a Varsavia, un agenzia dell'Unione, chiamata Frontex, che si occupa della "gestione delle frontiere esterne". Ebbene, quest'agenzia potrebbe aiutare le nostre autorità sia a pattugliare le coste, sia ad identificare gli immigrati e a facilitare il rimpatrio dei clandestini che non hanno diritto allo status di rifugiato o il diritto di asilo.
Queste ed altre misure di ampio respiro potrebbero forse prevenire ulteriori lesioni di importanti valori internazionali.

lunedì 4 maggio 2009

UNICRI team, Maputo Field Office


Maputo, 04.05.09
Foto del team UNICRI operativo nel field office di Maputo!
Formazione (da sinistra verso destra):
- Rodolfo (motorista);
- Andrea (programme coordinator);
- Ilaria ( junior fellow e memoria storica del programma);
- Berta (segretaria);
- Dulce (empregada);
- Edith (assistente amministrativa);
- Dr. Gonzo (junior fellow).