giovedì 14 aprile 2011

processo breve & prescrizione breve, giustizia è fatta?

Non è un caso che il Vostro affezionatissimo dr. Gonzo, avvocato per caso, torni a calcare le pagine di questo blog... la recente approvazione in parlamento delle norme relative al cosidetto "Processo breve" è argomento troppo scottante per passare in sordina: di fatto tale normativa getta un colpo di spugna non solo su un'enorme quantità di processi, ma va anche a colpire oltre ai procedimenti a carico del premier, anche quelli per reati particolarmente gravi e socialmente rilevanti. Tra questi ultimi l'inchiesta sui crolli seguiti al terremoto dell'Aquila, quello per la strage di Viareggio con 32 vittime, quello per il Crac Parmalat, con 100mila risparmiatori truffati e 22 persone imputate per bancarotta e associazione a delinquere, il processo per il Crac Cirio, il processo Eternit di Torino (dove ci sono quasi 3.000 parti offese) e quello per lo scandalo rifiuti a Napoli.
Innanzitutto ritengo opportuno fare chiarezza sul contenuto del testo approvato ieri alla Camera. Queste, in sintesi, le novità introdotte dal ddl:
via la norma transitoria.

Il testo uscito dalla commissione Giustizia della Camera ha modificato profondamente quello arrivato da Palazzo Madama innanzitutto cancellando la contestatissima norma transitoria che applicava il limite massimo per ogni fase del processo anche ai processi in corso, relativi a reati puniti con pena inferiore a 10 anni di reclusione e commessi fino al 2 maggio 2006.

Termine massimo per ogni fase del processo ma senza estinzione.
La commissione presieduta dalla finiana Giulia Bongiorno inoltre ha confermato i "termini di fase" per ciascun grado del giudizio, diversamente articolati in funzione della gravità del reato: per i reati puniti con pena inferiore a dieci anni: tre anni per il primo grado; due anni per l'appello; un anno e sei mesi in fase di Cassazione; un anno per ogni ulteriore grado del processo nel caso di annullamento con rinvio da parte della Corte di Cassazione. Per i reati puniti con pena superiore: rispettivamente, quattro anni, due anni e un anno e sei mesi e un anno. Per reati di particolare allarme sociale, tra i quali quelli di mafia e terrorismo: cinque anni, tre anni, due anni e un anno e sei mesi. Tuttavia, il testo approdato in Aula non prevede l'estinzione del processo nel caso di 'sforamento' dei termini previsti dal provvedimento, bensì una comunicazione da parte del capo dell'ufficio giudiziario cui appartiene il giudice che procede al ministro della Giustizia e al procuratore generale presso la corte di Cassazione.

Prescrizione breve.
Nel corso dell'esame in commissione è stato approvato un articolo aggiuntivo del relatore Maurizio Paniz (Pdl) che modifica l'articolo 161 del codice penale in materia di effetti dell'interruzione della prescrizione del reato. Quando la prescrizione viene interrotta, in seguito agli atti previsti dall'articolo 160 del codice penale, il termine di prescrizione già decorso viene meno e comincia nuovamente a decorrere dal giorno dell'interruzione. Nel testo targato Pdl si pongono limiti al prolungamento del tempo necessario a prescrivere per gli incensurati: nell'articolo 161 del codice penale vigente un reato è prescritto una volta trascorsi gli anni del massimo della pena prevista da quel reato più un quarto (della pena stessa); con il nuovo articolo 161 si passa da un quarto ad un sesto. Fanno eccezione i reati di grave allarme sociale di cui all'articolo 51, commi 3-bis e 3-quater (mafia, terrorismo e altri delitti ad essi assimilati), del codice di procedura penale.

Reati contabili. Nei giudizi davanti alla corte dei conti il processo si estingue se, dall'atto di citazione, sono trascorsi più di 3 anni senza che sia stato emesso il provvedimento che definisce il giudizio di primo grado. Un termine che scende a 2 anni in caso di appello.

Proiezioni realizzate tanto dal Consiglio superiore della magistratura quanto dall'Associazione nazionale magistrati denunciano che la nuova legge sul processo breve voluta da Pdl e Lega sarà nella sostanza un'amnistia mascherata con oltre 15.000 reati azzerati da un giorno all'altro!

Vorrei chiudere con un'ultima osservazione di Alexander Stille: la stragrande maggioranza degli italiani non sa di uno scandalo infinitamente più grande: il semplice fatto che la prescrizione può scattare a processo già iniziato. In tutte le altre grandi democrazie al mondo – ripeto: tutte tranne l’Italia – “l’orologio” della prescrizione si ferma nel momento della prima azione giudiziaria o dell’inizio di un processo. Perché? Per non incoraggiare strategie di dilazione tramite mille cavilli, in modo da fare decidere il processo non sul merito delle prove ma sulla base del tempo e della capacità degli avvocati di rimandare la giustizia.

La prescrizione esiste per i reati minori in tutti i sistemi per un buon motivo: impedire ai procuratori di pescare nel passato lontano per colpire un avversario. Ma una volta iniziato il processo non ci può più essere la prescrizione: così funziona negli Usa, in Francia, in Gran Bretagna, in Olanda e così via. Altrimenti si creano degli incentivi perversi per allungare i processi. Quando ieri ho spiegato il sistema italiano a una ex magistrata americana, lei è rimasta a bocca aperta e stentava letteralmente a crederci. “Ma è un invito ai cavilli! Si prolungheranno i processi e finiranno in un modo che non ha niente a che fare con la giustizia”. Era esterrefatta all’idea che l’orologio della prescrizione non si fermasse neppure dopo una condanna in primo grado e quindi che molti processi potrebbero venire annullati durante il processo di appello. “Ma non è possibile”.

L’anomalia italiana della prescrizione era più accettabile con il vecchio codice penale quando l’uso frequente delle prove scritte rendeva più veloci i processi. L’Italia ha abbracciato il dibattimento orale – raddoppiando i tempi dei processi – senza cambiare le regole sulla prescrizione. Un regalo ai delinquenti. Anzi, nel regno di Berlusconi, un primo ministro plurinquisito, le prescrizioni diventano sempre più brevi e l’Italia si allontana sempre di più dal resto del mondo.