lunedì 20 aprile 2009

il Dr. Gonzo ed i retroscena del Cape Town Jazz Fest...


Maputo 20.04.09

Ok, ora mi viene molto più facile scrivere…già conosco gli assurdi percorsi che ho vissuto in quei pochi giorni pazzi passati a Cape Town…ma in quel momento, quando davanti a te c’è solo una pagina bianca che aspetta di essere scritta tutto viene vissuto diversamente…proprio come quando si improvvisa nel Jazz… ci si lascia andare, trasportati dall’istinto…
Partenza in bus da Maputo con direzione Johannesburg…un viaggio nel mezzo di una notte africana rischiarata solo da una mezza luna che non aspetta altro che diventare un tutt’uno con la sua parte nascosta…mentre la mia famigerata capacità di dormire nelle condizioni più impossibili si manifesta appieno, basta che abbia delle ruote sotto il culo che mi facciano viaggiare…dondolio che concilia il sonno ad un nottambulo incallito. Giungo dunque a Johannesburg in uno stato semi catatonico…sono le 4 del mattino ed il mio volo decollerà solamente alle 15…insomma non intendo tediarvi raccontando le seguenti 10 ore trascorse nell’aereoporto di Jo’burg che ormai conosco quasi come le mie tasche…vuote…
Sto per recarmi al Cape Town Jazz Fest per scrivere un report sulle mi sensazioni circa il piu’ grande evento musicale d’Africa…e, giunto al boarding gate incontro un quartetto di nigeriani …sin dal primo momento scatta un’empatia e scopro che si stanno recando anche essi a Cape Town poiché sono il direttore, il produttore e due giornalisti del Nigeria Jazz Fest, evento parallelo al Cape Town Jazz Fest che si svolge in Lagos a Luglio. Dopo un ulteriore narcolettico viaggio a 8.000 metri strattonato dalle nuvole atterro finalmente in Città del Capo, con due ore di ritardo e senza un posto dove dormire mentre nella città impazza uno degli eventi più importanti dell’anno…pare che addirittura Clint Eastwood, Sharon Stone e Robert De Niro siano approdati in città per l’evento…
Beh insomma io, improvvisato giornalista freelance per un sito web italiano (http://www.kinematrix.net/), mi catapulto in centro città per assistere ai concerti del primo giorno insieme ai miei ormai inseparabili amici nigeriani…l’accoglienza del festival è a dir poco eccellente, scopro che hanno allestito un media centre con tutti i confort per gli addetti stampa… free internet, free food, free drinks ( e su quest’ultimo punto si focalizza la mia attenzione!) la venue dell’evento, il centro congressi di Città del Capo è semplicemente incredibile… 5 palchi con 5 diverse atmosfere musicali il cui minimo comun denominatore è il Jazz…inteso in tutte le sue accezioni…io mi lascio travolgere da quel flusso di musica che mi inebria per quasi due giorni incessantemente…lasciandomi stampato in faccia un sorriso da ebete…unica certezza: non perdere i concerti di Incognito, Maceo Parker, Hugh Masekela!!


Per conoscere nel dettaglio note, pensieri e parole che mi hanno accompagnato durante la prima giornata di concerto vi invito a leggere il report istituzionale del Cape Town International Jazz Festival…


Durante la performance di Zap Mama incontro per pura coincidenza Stanley del Nigerian Quartet che mi accoglie come un fratello… grazie a lui risolvo l’irrisolta questione di un’alcova dove lasciare riposare per qualche ora le mie ossa…ma chiaramente, prima di tale momento vengo coinvolto nel clubbing di Cape Town che i nigeriani sembrano conoscere bene ed apprezzare…tutto si concentra intorno a Loop Street che già solitamente è il cuore della vita notturna di Cape Town e che per l’occasione ospita numerosi Jazz Fest Afterparty…strade affollate veramente di tutto: turisti, local, gente ubriaca, prostitute, spacciatori, papponi.. ed io…giornalista freelance&freedrinks che immortalo nella mia memoria momenti surreali…quali l’incontro con un altro nigeriano che sembra uscito dal film anni ’70 “Superfly” con colonna sonora di Curtis Mayfield…capelli cotonati, vestito impeccabilmente, anellazzi d’oro,…assurdo!!! A Long Street in Cape Town la vita notturna sembra davvero animata…beviamo qualcosa (qual cosa??) in un paio (un paio?) di club con musica hip hop a tutto volume mentre i clienti abituali si scatenano in danze rituali d’iniziazione, o almeno questo è ciò che io percepisco…
Stravolto, decido di reimpostare la rotta dalla deriva verso l’appartamento condiviso con i gentili nigeriani…mentre la camera assume sempre più l’inconfondibile odore della ganja africana…per il piacere della mie narici…mi addormento felice, ubriaco di musica, note, crome e semicrome….


Mi risveglio trafitto da un raggio di sole nel sabato mattina inoltrato…e immediatamente mi lancio alla scoperta di Cape Town by day, prima di immergermi nuovamente nel fiume di Jazz del secondo ed ultimo giorno del Cape Town Jazz Fest.
La zona del centro città soprannominata Waterfront, sebbene eccessivamente turistica, è comunque un posto spettacolare per ammirare il Table Mountain, un altopiano di pietra che sovrasta e domina tutta la città…mentre i gabbiani garriscono…semplicemente fantastico…Tutta la zona comprende il caratteristico porto con ormeggiate navi pirata e i vecchi docks che sono stati riconvertiti in ristoranti, negozi, shopping mall…
I primi aggettivi che mi sovvengono circa questa città sono cosmopolita, vibrante e affascinante, sebbene non sembri assolutamente di essere in Africa…Sfortunatamente non ho a mia disposizione il tempo necessario per immergersi completamente nella realtà urbana di Cape Town, che indubbiamente merita di essere conosciuta più approfonditamente…pertanto, come un moderno Ulisse con le sirene, vengo travolto nuovamente dal richiamo del Jazz…


Anche il secondo giorno mi scivola sulla pelle come un brivido lungo la schiena…assito ad alcuni concerti indimenticabili…tra tutti Maceo Parker e Hugh Masekela…nuovamente per more info vi rimando alla parte istituzionale del mio report!


Rumors di altri reporter per media sudafricani mi avevano accennato ad una jam session jazz post festival nel bar privè del Southern Sun Hotel dove alloggiavano praticamente tutti i musicisti presenti al Festival.
Maledico il fatto di non avere portato con me in questa breve trasferta il mio sax passepartout e cerco di ottenere un pass per accedere alla jam…quantomeno come spettatore…nella hall dell’hotel l’atmosfera è distesa, gioviale, mi capita di conoscere personalmente e chiacchierare con Bluey di Incognito, Al Foster, la crew di Mos Def e moltissimi altri musicisti…grazie ai quali mi si aprono le porte del private party…Il club è affollato e l’alcool continua a scorrere come il fiume di note che proviene dal palco al centro del locale. Il livello della jam con il passare delle ore cresce e si incendia, si avvicendano musicisti eccellenti tra cui riconosco il chitarrista di Hugh Masekela ed il chitarrista di Maceo Parker…si spazia dal jazz al funk al latin…tra i presenti si chiacchiera amabilmente deliziati da primizie dell’improvvisazione che di tanto in tanto calamitano l’attenzione.
Quasi senza accorgermene le prime luci dell’alba appaiono all’orizzonte e realizzo che è il momento di ritirarsi, come un moderno vampiro nottambulo assetato di musica quando l’armonia della notte lascia spazio al suono del silenzio del mattino.

Dr. Gonzo!

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