martedì 27 gennaio 2009

Uma cidade … mil realidade!


La realta’ e’ un caleidoscopio, scomposta in mille frammenti apparentemente privi di relazione tra loro ma che, visti nell’insieme, formano un disegno ben preciso, dinamico governato da algoritmi matematici.
Maputo, a quel che mi e’dato comprendere dopo due settimane di permanenza, e’una citta’ dalle molteplici sfaccettature, complessa ma affascinante.
Ebbene si’, sono passate due settimane dalla mia partenza, un periodo di tempo che per la maggior parte dei comuni mortali rappresenta l’esigua porzione di anno durante la quale ci si dedica alle cosidette “vacanze”: momento ideale per molti per dimenticare lo stress accumulato come una parsimoniosa formichina durante l’anno lavorativo passato... repentina metamorfosi in cicala con contratto a tempo determinato in resort all inclusive…
A volte penso che forse il mio orologio biologico e’sfasato, come quello del Cappellaio Matto… queste due settimane sono state a malapena sufficienti per farmi una vaga idea di Maputo, capitale di questa immensa veranda sull’Oceano Indiano che e’ il Mozambico (citando l’epigrafe del fantastico libro di Mia Couto – Sotto l’albero del frangipani- che ho appena letto…consigli per gli acquisti!).
Di tutte le tessere che si incastrano perfettamente a formare il puzzle di questa metropoli, quelle che si trovano per prime sono quelle che compongono i bordi esterni, piu’ facilmente riconoscibili perche’ hanno un lato smussato dai nostri preconcetti euro-eccentrici.
La poverta’ dei quartieri costruiti in lamiere arroventate dal sole africano, la fame di chi rovista costantemente nei cassoni dell’immondizia o la sete di chi riempie bottiglie di plastica con l’acqua piovana di fangose pozzanghere createsi durante l’ultima pioggia tropicale, la gente che vive per strada vendendo sigarette, arachidi, chewing gum, fiammiferi, ricariche telefoniche, frutta esotica...
Vi sono pero’ anche spaccati di realta’ differenti, di gente che conduce un’esistenza dignitosa lavorando, nonostante le difficolta’ ad arrivare a fine mese ( chissa’ cosa ne sanno di crisi finanziaria ed economica e della quarta settimana!!!).
Eppoi, allontanandomi gradualmente dai miei pregiudizi, scopro che Sua Excelencia globalizzazione ha messo piede anche nel continente nero… togliendosi di dosso quella pesante maschera legata al colonialismo portoghese del secolo scorso ed indossando la sfavillante facciata delle vetrate a specchio dei centri commerciali stracolmi di prodotti accattivanti…
Vedo gli imprenditori indiani che controllano il business e la manodopera cinese che lavora nei cantieri edili (probabilmente con salari che fanno persino concorrenza a quelli africani!!!)…la polizia corrotta che si aggira con i loro kalashnikov nella Baixa alla ricerca di qualche metical per arrotondare stipendi da fame e le ville con piscina degli esponenti politici controllate 24 ore su 24 da sonnolente guardie private armate…il sovraffollato quartiere a luci rosse con tassi alcoolemici che farebbero impallidire gli etilometri dello stivale e i party di musica elettronica dove i synth interagiscono con mbira e timbila (strumenti tradizionali dell’etnia Chopi)…e tutto cio’ dapprincipio quasi mi spiazza, incapace di formulare un giudizio personale…mi chiedo se commercializzazione spinta e perdita dell’anima siano inversamente proporzionali… preoccupato per il pericoloso passaggio a cui assistiamo in tutto il mondo dall’ignoranza al consumismo,…(in proposito sto leggendo un saggio sulla mutazione intitolato “I barbari” scritto da Baricco …illuminante… consiglio per gli acquisti n.2!)
Ma mi rassicura vedere ogni giorno i sorrisi dei bambini che giocano per strada, l’orgoglio di questo popolo martoriato dalla guerra civile ed il sapere che esiste comunque un panorama culturale, intellettuale ed artistico che rielabora criticamente le esperienze del passato… artisti plastici che creano oggetti d’arte riciclando strumenti di morte, utilizzando armi, pistole, Ak-47, granate, mine antiuomo; musicisti che scelgono di non seguire il trend commerciale della musica panza ( una specie di reggaeton dai connotati africani che impazza in Maputo) per comporre secondo le complesse polifonie ritmiche tradizionali; teatranti che mettono in scena opere sperimentali nel Teatro Avenida per sensibilizzare circa prostituzione, Hiv e la violenza domestica sulle donne.
Ho conosciuto artisti e musicisti interessanti: da Ze’Maria, sassofonista di riferimento nella scena jazz del Mozambico, con il quale ho avuto il piacere di condividere il palco del Gil Vincente Cafe’ alla jam session di sabato scorso… Chico Antonio, cantautore conosciuto in tutto il paese e persona splendida…insomma come sempre sto cercando di immergermi completamente nella realta’del luogo in cui sto vivo anche se sicuramente Maputo, come una matrioska sub-sahariana, contiene molto altro che non si e’ rivelato ai miei occhi ancora offuscati dalle nebbiose cateratte italiane…
Ate’ a próxima!
Dr. Gonzo

Reality is a kaleidoscope, broken into a thousand fragments seemingly without relation between them but which, viewed together, create a clear picture, dynamic and governed by mathematical algorithms. Maputo is a city multi-faceted, complex but fascinating.
It has passed away two weeks after my departure, a period of time for most ordinary people is the small piece of years during which they dedicate to so-called "holiday": ideal time for many to forget the accumulated stress as a parsimonious little ant during the past years working ... sudden metamorphosis into a cicade with a term contract in an all-inclusive resort ... Sometimes I think that my biological clock is broken, modern Cappellaio Matto... these two weeks have been barely enough to make me a vague idea of Maputo, the capital of this vast veranda on the Indian Ocean called Mozambique ( quoting the epigraph of the fantastic book by Mia Couto - Under the frangipani tree-I just read ... ).
Of all the pieces that fit perfectly to form the puzzle of this metropolis, the first one are those that make up the outer edges, more easily recognizable because shaped by our preconceived Euro-eccentric prejudices. The poverty neighborhoods constructed with hot iron chapa arroventate by the African sun, the hunger of those who constantly seek in robbish or the thirst of those with plastic bottles filled with rainwater to muddy puddles created during the last tropical rain, the People living on the street selling cigarettes, peanuts, chewing gum, matches, telephone charges, exotic fruits ... There are however even different split of reality ...people leading a dignified working life, despite the difficulties to survive(what do they know about the financial and economic crisis !!!).
And then I discover that your Excelencia globalization has also set foot in the black continent ... Take off the mask tied to heavy Portuguese colonialism of the past century and wearing the glittering facade of mirrored glass windows of shopping malls overflowing of appealing products ... I see Indian businessman controlling the shops and workers from China in construction sites (probably with salaries that are competitive even with africans!) ... the corrupt police with their Kalashnikovs in the Baixa looking for some Metical to get some extra money to add to them miserly wages and the villas with a pool of politicians controlled 24 hours from sleepy private armed guards ... the crowded red-light district with alcool rates that would impress the italian drunk driving policy and the party of electronic music where the synth interact with timbila and mbira (traditional Chopi instruments) ... and I am unable to formulate a personal opinion ... I wonder if marketing and loss of soul is inversely proportional ... concerned about the dangerous transition taking place worldwide from ignorance to consumism ... (I'm reading about an essay on the mutation entitled "barbarians", written by Baricco ...enlightening...)
But the i see the smiles of children playing in the street, the pride of this nation torn by civil war... and i discover that there is a cultural, intellectual and artistic experiences to draw criticism from the past ... plastic artists who create works of art recycling instruments of death, using weapons, pistols, Ak-47, grenades, landmines; musicians who choose not to follow the trend of commercial music panza (a very popular sort of african reggaeton ) to compose according to the complex polyphonic traditional rhythm; actors that put on stage in experimental works in Teatro Avenida to raise awareness about prostitution, HIV and domestic violence against women.
I met interesting artists and musicians: Ze'Maria, great saxophonist in the jazz scene of Mozambique, with whom I had the pleasure to share the stage of Gil Vincente Cafe 'at the jam session last Saturday ... Chico Antonio, songwriter known throughout the country and wonderful person ... as always I'm trying to dive fully into the reality where i am living even if Maputo, like a sub-Saharian African Matrioska, contains much more and that is not revealed to my eyes still overshadowed by italian foggy cataracts ...
Ate 'a próxima!
Dr. Gonzo

1 commento:

  1. E bravo il Dr Gonzo...
    Sono il tuo "Lettore Fisso" numero 1 !!
    Quale privilegio, quale onore.. :) :) :)
    Un Abbraccio.
    Dava

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